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Studi biblici: il significato profondo dietro l’appellativo “agnello redentore”

Il vangelo del giorno – Studi biblici: il significato profondo dietro l’appellativo “agnello redentore”

Nella Bibbia è scritto: “Poiché quel che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Iddio l’ha fatto; mandando il suo proprio Figliuolo in carne simile a carne di peccato e a motivo del peccato” (Romani 8:3). “E non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna” (Ebrei 9:12). Da questi versetti capiamo che, per salvare l’umanità dal peccato, il Signore Gesù fu inchiodato alla croce come offerta eterna per il peccato. E da allora, tutti noi Lo chiamiamo “agnello redentore”. Ma conosci il significato profondo di questa denominazione?

Per capirlo, dovremmo prima sapere cos’è un’offerta per il peccato. Vediamo cosa si dice a riguardo in Levitico 4: 27-31: “Se qualcuno del popolo del paese peccherà per errore e farà alcuna delle cose che Jahvè ha vietato di fare, rendendosi così colpevole, quando il peccato che ha commesso gli sarà fatto conoscere, dovrà menare, come sua offerta, una capra, una femmina senza difetto, per il peccato che ha commesso. Poserà la mano sulla testa del sacrifizio per il peccato, e sgozzerà il sacrifizio per il peccato nel luogo ove si sgozzano gli olocausti. Poi il sacerdote prenderà col suo dito del sangue della capra e lo metterà sui corni dell’altare dell’olocausto, e spanderà tutto il sangue della capra appiè dell’altare. E torrà tutto il grasso dalla capra, come ha tolto il grasso dal sacrifizio di azioni di grazie; e il sacerdote lo farà fumare sull’altare come un soave odore a Jahvè. Così il sacerdote farà l’espiazione per quel tale, e gli sarà perdonato”. E in Levitico 16:30-31, “Poiché in quel giorno si farà l’espiazione per voi, affin di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti a Jahvè. È per voi un sabato di riposo solenne, e voi umilierete le anime vostre; è una legge perpetua”.

Dopo che gli Israeliti uscirono dall’Egitto, Jahvè Dio stabilì delle leggi per mezzo di Mosè affinché obbedissero, e poi li portò a vivere sulla terra. Chiunque si atteneva a queste leggi otteneva le benedizioni di Dio. Tuttavia, a causa della loro natura corrotta, essi non furono in grado di obbedire alla legge e quindi affrontarono il pericolo di essere lapidati a morte. Solo facendo offerte per il peccato potevano espiare i loro peccati ed evitavano di essere condannati e messi a morte dalle leggi. Chiunque abbia familiarità con l’Antico Testamento sa che nell’Età della Legge il decimo giorno del settimo mese era il giorno dell’espiazione per gli Israeliti. Durante quella festa, tutto il popolo doveva offrire bestiame e pecore primogeniti senza difetto sull’altare come offerte per il peccato, affinché la impurità e trasgressioni commesse durante l’anno potessero essere purificate. Da ciò possiamo vedere che, nell’Età della Legge, Jahvé Dio usò il sangue del bestiame e delle pecore come dimostrazione della purificazione che donava all’uomo. Attraverso le offerte del peccato, le persone in quel momento non sarebbero più state condannate dalle leggi, ma diventavano qualificate per venire davanti a Jahvè Dio e pregarLo per le Sue benedizioni e cure.

Tuttavia, alla fine dell’Età della Legge, il popolo di Israele era sempre più incapace di osservare le leggi e commetteva sempre più peccati, fin quando le leggi di Jahvé Dio non ottennero più i risultati desiderati. Lo Spirito Santo li detestava perché i loro cuori erano depravati senza la minima riverenza verso Dio. In Isaia 1: 11-15, Dio disse attraverso il profeta Isaia: “Che m’importa la moltitudine de’ vostri sacrifizi? dice Jahvè; io son sazio d’olocausti di montoni e di grasso di bestie ingrassate; il sangue dei giovenchi, degli agnelli e dei capri, io non li gradisco. Quando venite a presentarvi nel mio cospetto, chi v’ha chiesto di calcare i mie cortili? Cessate dal recare oblazioni vane; il profumo io l’ho in abominio; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocar raunanze, io non posso soffrire l’iniquità unita all’assemblea solenne. I vostri noviluni, le vostre feste stabilite l’anima mia li odia, mi sono un peso che sono stanco di portare. Quando stendete le mani, io rifiuto di vederlo; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani son piene di sangue”.

Da questi versetti vediamo che la corruzione della gente in quel momento aveva raggiunto un livello tale che Jahvè Dio non poteva far altro che arrabbiarSi e sgridare gli uomini. Secondo la giustizia di Dio, se avessero continuato così, sarebbero morti per via delle maledizioni di Dio, e quindi la creazione dell’umanità sarebbe stata inutile. A quel tempo, il popolo di Israele era pieno di peccati e viveva in un peccato dal quale non poteva liberarsi. Così pregò ardentemente e gridò a Dio. Quindi Dio concesse loro una promessa, una promessa che gli Israeliti potessero ricevere un’offerta eterna per il peccato. Pertanto, a causa delle necessità dell’umanità corrotta e anche secondo il Suo piano di gestione, Dio Si incarnò tra gli uomini in qualità di agnello redentore per assumerSi i loro peccati e liberarli dalle maledizioni della legge. Dio profetizzò molto tempo fa attraverso il profeta Isaia: “Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e Jahvè ha fatto cader su lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca. Dall’oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi rifletté ch’egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo? Gli avevano assegnata la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato col ricco, perché non aveva commesso violenze né v’era stata frode nella sua bocca. Ma piacque a Jahvè di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrifizio per la colpa, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e l’opera di Jahvè prospererà nelle sue mani. Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima sua, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, e si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino coi potenti, perché ha dato se stesso alla morte, ed è stato annoverato fra i trasgressori, perch’egli ha portato i peccati di molti, e ha interceduto per i trasgressori” (Isaia 53:6-12).

Quando Dio incarnato Si mise all’opera, Giovanni il Battista rese testimonianza che il Signore Gesù era l’agnello redentore, proprio come dice in Giovanni 1:29: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”

Il Signore Gesù lavorò tra gli uomini per tre anni e mezzo, durante i quali guarì i malati, scacciò i demoni, fece miracoli e prodigi e donò ricche benedizioni all’umanità; tollerò e perdonò l’uomo, e alla fine, fu crocifisso come offerta per il peccato per l’umanità; assolse i peccati dell’uomo con il Suo prezioso sangue e completò l’opera di redenzione dell’umanità. Proprio come il Signore Gesù disse: “Perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati” (Matteo 26:28). Si può vedere dall’opera del Signore Gesù che Egli salvò coloro che vivevano in base alla legge e soddisfò il loro desiderio di ricevere un’offerta sufficiente per espiare i loro peccati. Dopo la Sua crocifissione, l’uomo non ebbe più bisogno di fare offerte per il peccato e dovette solo accettare il Signore Gesù come Salvatore perché i suoi peccati fossero perdonati. In questo modo, i peccati dell’uomo non furono più una barriera alla sua venuta davanti a Dio e non furono più la leva con cui Satana li accusava. A causa di ciò, il popolo di Israele, che aveva vissuto sottostando alla legge, poté allontanarsi dalle leggi e si qualificò per venire davanti al Signore Gesù, pregando per il Suo perdono e la Sua grazia, e così l’umanità poté continuare ad esistere e svilupparsi fino ad oggi. Da tutto ciò, possiamo capire che c’è un profondo significato dietro all’appellativo “agnello redentore”.

Le parole di Dio dicono: “Per completare la Sua opera e salvare l’umanità dalla tribolazione, dovette essere condannato dagli uomini e farSi carico dei peccati dell’umanità intera. La portata della sofferenza che subì non può assolutamente essere sondata o capita dalle persone comuni. Che cosa rappresenta questa sofferenza? La devozione di Dio verso l’umanità, l’umiliazione che subì e il prezzo che pagò per la salvezza degli uomini, per redimere i loro peccati e per completare questa fase della Sua opera. Questa sofferenza significa anche che l’uomo sarebbe stato redento dalla croce per mano di Dio. Questo è un prezzo pagato con il sangue, con la vita, un prezzo che gli esseri creati non possono permettersi”.

Pur sapendo Egli Stesso che la responsabilità di cui avrebbe dovuto farSi carico nella carne sarebbe stata davvero immensa, e pur essendo consapevole dell’atrocità del dolore che avrebbe affrontato, quando vide gli uomini inermi nel peccato, la miseria della loro vita e le loro fiacche lotte sotto la legge, provò un’angoscia sempre più grande e diventò sempre più impaziente di salvarli dal peccato. A prescindere dal tipo di difficoltà che avrebbe affrontato o dal genere di dolore che avrebbe patito, diventò sempre più deciso a redimere l’umanità che viveva nel peccato. Durante questo processo si potrebbe dire che il Signore Gesù iniziò a capire sempre più chiaramente l’opera che doveva svolgere e il compito che Gli era stato affidato. Diventò anche sempre più ansioso di completare l’opera che stava per intraprendere, di farSi carico di tutti i peccati dell’umanità, di espiarli al suo posto cosicché essa non vivesse più nella corruzione e Dio potesse dimenticare le colpe dell’uomo grazie a questo sacrificio per il peccato, consentendoGli di agevolare la Sua opera di salvezza dell’umanità. Si potrebbe dire che, in cuor Suo, il Signore Gesù fosse disposto a offrire Sé Stesso per l’umanità, a sacrificare Sé Stesso. Era disposto anche a fungere da sacrificio per il peccato, a farSi crocifiggere, ed era ansioso di portare a termine la Sua opera. Quando vide le condizioni sventurate della vita umana, volle ancora di più compiere la Sua missione il prima possibile, senza tardare di un solo minuto o secondo. Quando provò questa sensazione di urgenza, non pensò a quanto sarebbe stato grande il Suo dolore né a quante umiliazioni avrebbe dovuto sopportare. Nel Suo cuore aveva soltanto una convinzione: purché Si fosse sacrificato, purché fosse stato crocifisso a mo’ di sacrificio per il peccato, la volontà di Dio si sarebbe realizzata ed Egli sarebbe stato in grado di cominciare la Sua nuova opera. La vita degli uomini e la loro esistenza nel peccato sarebbero cambiate completamente. La convinzione del Signore Gesù e ciò che Egli intendeva fare erano legati alla salvezza dell’umanità, e il Signore Gesù aveva un solo obiettivo: fare la volontà di Dio cosicché Egli potesse iniziare efficacemente la fase successiva dell’opera”.

Questi due passaggi ci fanno sentire ancora di più il vero amore di Dio per noi uomini. Il Dio supremo, il Creatore e il Maestro dei cieli e della terra e tutte le cose, divenne una persona ordinaria e normale, umilmente nascosta nella carne. Dovette fare un lavoro che una persona comune non può svolgere, sopportando allo stesso tempo la sofferenza che la gente comune non può sopportare. Da quando il Signore Gesù iniziò ufficialmente ad adempiere il Suo ministero al tempo della Sua crocifissione, soffrì umiltà e dolore estremo e sopportò il rifiuto e la condanna dell’umanità corrotta. Dio è santo, eppure dovette vivere insieme all’umanità sporca e corrotta – la sofferenza che sopportò fu troppo grande! Il Signore Gesù sapeva chiaramente che la via della croce era irta di difficoltà e che avrebbe sofferto un grande dolore sia fisicamente che spiritualmente. Ma per salvare il genere umano, Egli Si offrì volontariamente come offerta per il peccato e fu inchiodato alla croce per l’umanità. Dall’opera di redenzione del Signore Gesù, possiamo arrivare a una migliore comprensione dell’appellativo “agnello redentore”. Inoltre, il lavoro svolto dal Signore Gesù pose solide fondamenta e aprì la strada alla successiva fase dell’opera di Dio per salvare completamente l’umanità. Il Signore Gesù profetizzò che sarebbe tornato di nuovo negli ultimi giorni per compiere l’opera di giudizio e castigo, attraverso la quale Egli ci avrebbe liberati completamente dai nostri peccati e dalla schiavitù del peccato. La Bibbia dice: “Poiché è giunto il tempo in cui il giudicio ha da cominciare dalla casa di Dio” (I Pietro 4:17). “Che dalla potenza di Dio, mediante la fede, siete custoditi per la salvazione che sta per esser rivelata negli ultimi tempi” (I Pietro 1:5). “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire” (Giovanni 16:12-13). Da ciò possiamo vedere che il Signore Gesù ha preparato una salvezza più grande per noi negli ultimi giorni, cioè tornerà per continuare l’opera di salvezza dell’uomo, esprimendo la verità per salvarci completamente dalla corruzione. Questo perché, sebbene siamo stati redenti dal Signore Gesù e i nostri peccati sono stati assolti, la nostra natura peccaminosa è ancora dentro di noi e siamo ancora schiavi del ciclo di peccati di giorno e confessioni di notte. Pertanto, quando il Signore Gesù tornerà, continuerà a salvarci. L’amore di Dio per noi non è davvero grande e profondo?

Cari fratelli e sorelle, sono sicuro che, attraverso questa condivisione, abbiamo capito tutti perché chiamiamo il Signore Gesù “agnello redentore” e il significato che si cela dietro questa denominazione. Credo che ognuno di voi, proprio come me, non vede l’ora che il Signore ritorni per salvarci completamente dalla vita degenerata di peccati di giorno e confessioni di notte, così da poter essere completamente purificati e cambiati ed entrare nel Regno dei Cieli con Dio.

Studi biblici: il significato profondo dietro l’appellativo “agnello redentore”ultima modifica: 2019-01-22T09:50:38+01:00da
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